Inheriting a museum;Ereditare un museo: Collezionismo, strategie familiari e pratiche culturali nell'italia del XVI secolo

Quaderni Storici

Volumn 2004, Issue 1, 2004, Pages

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EID: 60950577545     PISSN: 03016307     EISSN: None     Source Type: Journal    
DOI: None     Document Type: Review

References (153)

1. C.A. LEVI, Le collezioni veneziane d'arte e d'antichità dal secolo XIV ai nostri giorni, Venezia 1900, p. 39 e p. 43
2. D. KENT, Cosimo de' Media and the Florentine Renaissance: The Patrons' Oeuvre, New Haven 2000
3. MATTEO PALMIERI, Vita civile, a cura di G. BELLONI, Firenze 1982, p. 147
4. «Genio Urbis Aug[usto] Usuiq[ue] Amicorum». Ho cambiato la traduzione che si trova in D. THORNTON, The Scholar in His Study: Ownership and Experience in Renaissance Italy, New Haven 1997, p. 99
5. VESPASIANO DA BISTICCI, Vite di uomini illustri del secolo XV, Firenze 1970, pp. 434-44
6. POGGIO BRACCIOLINI, Opera Omnia, a cura di R. FUBINI, Torino 1964, I, p. 65: «Hic hospes noster inquit, cum legevit esse moris antique apud priscos illos excellentes viros, ut domos, villas, hortos, porticos, gymnasia variis signis tabulisque, maiorum quodque statuis exornarent ad gloriam et nobilitandum genus, voluit cum progenitorum imagines deessent, hunc locum, et se insuper his pusillis et confractis marmorum reliquis nobilem reddere, ut rei novitiate, aliqua eius ad posteros illis gloria minaret»
7. Lo stesso passo è discusso in C. ELAM, Lorenzo de' Medici's Sculpture Garden, in «Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz», 36 (1992), pp. 64-65
8. P. FINDLEN, Il Museo: la sua etimologia classica e genealogia rinascimentale, in «Rivista di estetica», n.s. 16 (2001), pp. 4-30
9. In questo senso la funzione del collezionare non era dissimile dalla tendenza ad inventare genealogie familiari: cfr. R. BIZZOCCHI, Geneaologie incredibili. Scritti di storia nell'Europa moderna, Bologna 1995
10. R. GOLDTHWAITE, The Building of Renaissance Florence, Baltimore 1980
11. P. WADDY, Seventeenth-Century Roman Palaces: Use and the Art of the Plan, Cambridge (MA) 1990
12. LEON BATTISTA ALBERTI, Opera inedita et pauca separatim impressa, a cura di G. MANCINI, Firenze 1890, pp. 196, 198, 202
13. Gli aspetti culturali di queste questioni sono discussi in P. FINDLEN, Possessing the Past: The Material World of the Italian Renaissance, in «American Historical Review», 103 (1998), pp. 83-114
14. nonché EAD., The Modern Muses: Collecting and the Cult of Remembrance in Renaissance Italy, in S. CRANE (ed.), Museums and Memory, Stanford 2000, pp. 161-78, pp. 240-4
15. Per un eccellente studio di un caso di questo processo, vedi O. RAGGIO, Storia di una passione. Cultura aristocratica e collezionismo alla fine dell'Ancien Régime, Venezia 2000
16. Un buon punto di partenza per una definizione di base è in P. VOCI, M. CARAVALE, L. RICCA, Fedecommesso, in Enciclopedia del diritto, Milano 1968, XVII, pp. 103-42
17. R. TRIFONE, Il fedecommesso. Storia dell'Istitulo in Italia, I: Dal diritto romano agli inizi del secolo XVI, Napoli 1914
18. L. TRIA, Il fedecommesso nella legislazione e nella dottrina dal secolo XVI ai nostri giorni, Milano 1945
19. inoltre C. CALISSE, Storia del diritto civile, Firenze 1891-1903, 3 voll., passim
20. F.W. KENT, The Making of a Renaissance Patron of the Arts, in Giovanni Rucellai ed il suo zibaldone, II: A Florentine Patrician and His Palace, London 1981, p. 53
21. Sui suoi usi nel quattordicesimo secolo, vedi T. KUEHN, Law, Family, and Women: Towards a Legal Anthropology of Renaissance Italy, Chicago 1991, p. 186, p. 189, pp. 250-2, p. 373 n. 73
22. nonché IDEM, Person and Gender in the Laws, in J.C. BROWN, R.C. DAVIS (eds.), Gender and Society in Renaissance Italy, London 1998, pp. 95-96
23. L'evoluzione del fideicommissum è stata studiata con maggior dettaglio per singole città nel Cinquecento e nel Seicento in lavori quali J.C. DAVIS, A Venetian Family and Its Fortune 1500-1900: The Donà and the Conservation of Their Wealth, Philadelphia 1975, pp. 74-83
24. M.A. VISCEGLIA, Il bisogno di eternità. I comportamenti aristocratici a Napoli in età moderna, Napoli 1988, pp. 44-63
25. M.C. ZORZOLI, Della famiglia e del suo patrimonio: riflessioni sull'uso del fedecommesso in Lombardia tra Cinque e Seicento, in «Archivio storico lombardo», 6 (1989), pp. 91-148
26. N. LA MARCA, Primogeniture e fidecommissi nella Roma pontificia, in Tra rendita e investimenti. Formazione e gestione dei grandi patrimonia in Italia in età moderna e contemporanea, Bari 1998
27. e specialmente M. PICCIALUTI, L'immortalità dei beni. Fedecommessi e primogeniture a Roma nei secoli XVII e XVIII, Roma 1999
28. Le mie osservazioni ricalcano LA MARCA, Primogeniture e fidecommissi cit., p. 148
29. VISCEGLIA, Il bisogno di eternità cit., p. 61
30. nonché PICCALUTI, L'immortalità dei beni cit., pp. 76-77. Per un buon esempio dell'opinione di uno straniero su questa pratica vedi i commenti di RICHARD LASSELS sulla collezione Giustiniani a Roma nel suo The Voyage of Italy (Paris 1670), part I, pp. 233-4. Dal momento però che il fideicommissum era usato anche in parti della Spagna, della Francia e del Sacro Romano Impero non tutti i viaggiatori stranieri lo trovavano sorprendente
31. GIOVAN BATTISTA DE LUCA, Il dottor volgare ovvero il compendio di tutto la legge civile, canonica, feudale e municipale nelle cose più ricevute in pratica (1673), Firenze 1839-1843, III, p. 105 (X. 27)
32. P. VOCI, Inventario (Diritto romano), in Enciclopedia del diritto, Milano 1968, XXII, pp. 629-31
33. PICCIALUTI, L'immortalità dei beni cit., p. 80. Sui cambiamenti nei testamenti e sugli inventari in una città italiana vedi S.K. COHN JR., Death and Property in Siena, 1205-1800: Strategies for the Afterlife, Baltimore 1988
34. DE LUCA, Il dottor volgare cit., II, p. 557 (IX, 2.3)
35. Gli inventari sono da molto tempo una fonte importante per gli storici dell'arte e del collezionismo. Studi quali G. LABROT, A. DELFINO, Collections of Paintings in Naples 1600-1780, a cura di C. TOGNERI DOWD, A. CERA SONES, Los Angeles 1992
36. E.A. SAFARIK, C. PUJIA, Collezione dei dipinti Colonna. Inventari 1611-1795, a cura di A. CERA SONES, Los Angeles 1996
37. R. MORSELLI, Collezionisti e quadrerie nella Bologna del Seicento. Inventari 1640-1707, a cura di A. CERA SONES, Los Angeles 1998, finanziato dal Getty Provenance Index, sono un esempio del valore del materiale prodotto da tali ricerche
38. v
39. 2, pp. 192-3. L'unico tentativo di ricostruire il contenuto della collezione Bembo puô essere trovato in O. RONCHI, Nella casa di Pietro Bembo a Padova, in «Atti e memorie della R. Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova», 42 (1925-26), pp. 420-34
40. LUDOVICO BECCADELLI, Vita del Cardinale Pietro Bembo, in Monumenta di varia letteratura, a cura di G. MORANDI, Bologna 1797-1804, II, pp. 234-35
41. PIETRO ARETINO, Lettere di M. Pietro Aretino, Parigi 1609 ad., V, pp. 159r-v (Aretino a Torquato Bembo, Venezia, settembre 1549). Le impressioni dell'Aretino su Padova sono confermate da studi sul collezionismo padovano dell'epoca; vd. A. GREGORY, J. WOOLFSON, Aspects of Collecting in Renaissance Padua: A Bust of Socrates for Niccolò Leonico, in «Journal of the Warburg and Courtauld Institutes», 58 (1995), pp. 252-62
42. BENEDETTO VARCHI, Orazione funebre sopra la morte del Reverendissimo Cardinal Bembo, in L. PUPPI, Le residenze di Pietro Bembo 'in padoana, in «L'Arte», 7-8 (1969), p. 41
43. L. CHELES, Lo Studiolo di Urbino, Modena 1991
44. Vd. soprattutto V. MANCINI, Antiquari, «vertuosi» e artisti. Saggi sul collezionismo tra Padova e Venezia alla metà del Cinquecento, Padova 1995
45. J. FLETCHER, Marcantonio Michiel: His Friends and Collection, Burlington Magazine, 123 (1981), pp. 453-70
46. nonché più in generale LEVI, Le collezioni veneziane cit.
47. C. FERRARI, Per la storia del collezionismo a Venezia. Nuove figure di cultori dell'antico tra XVI e XVII secolo, in «Ateneo veneto», 37 (1999), pp. 65-112
48. BOREAN, MASON, Figure di collezionisti cit
49. P. PASCHINI, Le collezioni archeologiche dei prelati Grimani del Cinquecento, in «Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia», 5 (1926-27), p. 157
50. M. PERRY, Cardinal Domenico Grimani's Legacy of Ancient Art to Venice, in «Journal of the Warburg and Courtauld Institutes», 41 (1978), pp. 215-44
51. Per uno studio più dettagliato sulla vita e gli scritti di Bembo vedi C. DIONISOTTI, Bembo, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, Roma 1960, VIII, pp. 133-51
52. Il collezionismo romano del Cinquecento non ha ancora ricevuto l'attenzione complessiva che merita, ma parti di questa storia possono trovarsi in G. FRAGNITO, In museo e in villa. Saggi sul Rinascimento perduto, Venezia 1988
53. EAD., Cardinals' Courts in Sixteenth-Century Rome, in «Journal of Modern History», 65 (1993), pp. 26-56
54. C. ROBERTSON, «Il gran cardinale» Alessandro Farnese, Patron of the Arts, New Haven 1992
55. L. BARKAN, Unearthing the Past: Archeology and Aesthetics in the Making of Renaissance Culture, New Haven 1999
56. BAV, Vat. lat. 8176, f. 54r (Pietro Bembo a Federico Cesi, Mantova, 29 giugno 1537). Vedi anche il suo componimento poetico su e la sua corrispondenza con Giovio, Ambr., cod. H. 245 inf, ff. 2r, 6r, 11r-12r
57. BEMBO, Opere cit., III, p. 266
58. FRAGNITO, Cardinals' Courts cit., p. 42
59. V. CIAN, Un decennio della vita di M. Pietro Bembo (1521-31), Torino 1885, p. 203 (Roma, 5 settembre 1544). Cfr. il testamento originale (Padova, 25 novembre 1535) alle pp. 201-2. Il secondo testamento fu redatto dal notaio curiale Didacus de Avila
60. O. RONCHI, La casa di Pietro Bembo a Padova (da documenti inediti), in «Atti e memorie della R. Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova», 40 (1923-24), p. 324. Vedi anche la copia in Ambr., cod. S. 98 sup., c. 218v
61. BAV, Vat. lat. 8176, f. 136r (Roma, 26 dicembre 1540), f. 146r (Roma, 11 aprile 1541)
62. BPP, Cod. 1019 (Padova, 30 novembre 1541), in V. CIAN, Un medaglione del Rinascimento. Cola Bruno messinese e le sue relazioni con Pietro Bembo (1480c-1542), Firenze 1901, p. 102
63. BAV, Vat. lat., 8176, f. 163r (Roma, 29 giugno 1542). Per uno studio generale sui suoi figli vd. G. SASSI, La Morosina e i figli di Pietro Bembo, in «Il Vasari», 2 (1928-29), pp. 166-91
64. G. SPEZI (a cura di), Lettere inedite del Card. Pietro Bembo e di altri scrittori dei secolo XVI tratte da' Codici Vaticani e Barberiniani, Roma 1862, p. 74 (Pietro Bembo a Gerolamo Querini, senza data)
65. BAV, Val. lat., 8176, ff. 164rv (Roma, 13 luglio 1542)
66. RONCHI, La casa di Pietro Bembo cit., p. 323
67. PIETRO BEMBO, Epistolarium familiarium libri VI, Venezia 1552, p. 385 (VI.116) (Roma, 7 agosto 1544)
68. BAV, Val. lat. 5692, f. 5r (Roma, 17 ottobre 1545). Vd. le altre lettere nella collezione, ff. 3r-4v, 7r, del 1545 e del 1546
69. BAV, Vat. lat. 8176, f. 200r (Roma, 25 settembre 1546)
70. RONCHI, La casa di Pietro Bembo cit., p. 324
71. Fra ciò che rimane quello che più si avvicina ad una descrizione è una lista, in particolare di dipinti e di antichità, stilata da Marcantonio Michiel in occasione di una visita avvenuta circa nel 1529-30; vd. M.A. MICHIEL, Notizia d'Opere del Disegno, Firenze 2000, pp. 30-32
72. GIOVANNI MARIA MAZZUCCHELLI, Gli scrittori d'Italia, Brescia 1753-63, II/2, p. 770
73. P. DE NOLHAC, La bibliothèque de Fulvio Orsini, in «Mélanges de l'archéologie et d'histoire de l'École française de Rome», XX (1884), pp. 3-95, p. 93
74. Sul posto del codice virgiliano nello studio di Bembo cfr. RONCHI, Nella casa del Bembo cit., p. 429
75. W. WYMM WESTCOTT, Tabulla Bembina sive Mensa Isiaca: The Isiac Tablet of Cardinal Bembo. Its History and Occult Significance, Bath 1887, p. 2
76. E. LEOSPO, La Mensa Isiaca di Torino, Leiden 1978, p. 13
77. Vd. anche S. EICHE, On the Dispersal of Cardinal Bembo's Collection, in «Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz», 27 (1983), pp. 353-59, p. 355
78. ENEA VICO, Discorsi sopra le medaglie, Venezia 1558, p. 87
79. Per uno studio precedente sul destino della collezione di Bembo dopo la sua morte vd. EICHE, On the Dispersal cit., che ha costituito un importante punto di partenza per la presente ricerca
80. D.J. JANSEN, Jacopo Strada et le commerce d'art, in «Revue de l'art», 77 (1987), p. 12
81. Ambr., cod. D. 422 inf., f. 63r (Fulvio Orsini a Giovan Vincenzo Pinelli, Roma, 4 dicembre 1574)
82. BAV, Vat. lat. 4104, f. 141r (Agustín a Orsini, Tarracona, 10 settembre, senza anno); f. 203v (Cardinal de Granvelle a Orsini, Madrid, 13 giugno 1584)
83. Ivi, f. 231r (Pinelli a Orsini, Padova, 21 aprile 1575); f. 173 (Torquato Bembo a Orsini, Venezia, 27 agosto 1575)
84. Ambr., cod. D. 422 inf., f. 72r (Orsini a Pinelli, Roma, 4 febbraio 1575). Vd. anche ivi, f. 90r; e Cod. D. 423 inf., f. 221r
85. La parte maggiore della biblioteca di Bembo si trova nella Biblioteca Vaticana; parti minori nella Biblioteca Ambrosiana e nella British Library. Su quest'ultima acquisizione vd. C.H. CLOUGH, Pietro Bembo's Library Represented in the British Museum, in «British Museum Quarterly», 30 (1965), pp. 3-17
86. Ambr., cod. D. 422 inf., f. 69r (Orsini a Pinelli, Roma, 27 gennaio 1575); cod. D. 423 inf., f. 87r (Orsini a Pinelli, Roma, 7 novembre 1578)
87. Ambr., cod. D. 423 inf., f. 214r (Orsini a Pinelli, Roma, 6 gennaio 1581)
88. Ivi, f. 227r (Orsini a Pinelli, Roma, 6 maggio 1581)
89. ASF, Archivio Mediceo, Carteggio del Granduca Ferdinando I, filza 746, f. 165, in NOLHAC, La bibliothèque cit., p. 418
90. Ambr., cod. D. 423 inf., f. 225r (Orsini a Pinellli, Roma, 14 aprile 1581)
91. Vd. EICHE, On the Dispersal cit., p. 356
92. BAV, Vat. lat. 4104, f. 253r (Pinelli a Orsini, Padova, 8 giugno 1584)
93. CARLO CELANO, Notizie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli (1692), a cura di A. MOZZILLO, A. PROFETA, F.P. MACCHIA, Napoli 1970, II, p. 874
94. Sul museo di Imperato vd. G. OLMI, L'inventario del mondo. Catalogazione della natura e luoghi del sapere nella età moderna, Bologna 1992
95. P. FINDLEN, Possessing Nature: Museums, Collecting, and Scientific Culture in Early Modern Italy, Berkeley 1994
96. E. STENDARDO, Ferrante Imperato. Collezionismo e studio della natura a Napoli tra Cinque e Seicento, Napoli 2001
97. Ambr., cod. D. 423 inf., f. 249r (Orsini a Pinelli, Roma, 9 dicembre 1581)
98. BAV, Chigi L. VIII. 304, f. 102r (Pietro Bembo a Cola Bruno, Padova, 16 marzo 1540)
99. Ambr., cod. D. 422 inf., f. 130v (Orsini a Pinelli, Roma, 10 settembre 1583); cod. D. 423 inf., f. 286r (Orsini a Pinelli, Roma, 25 ottobre 1582)
100. ARCHIVIO DI STATO, MANTOVA, Archivio Gonzaga, b. 1523 (Mario Bevilacqua a Vincenzo Gonzaga, Venezia, 13 giugno e 24 giugno 1591), in LEOSPO, La Mensa Isiaca cit., p. 18 n. 17
101. vd. anche C. RIEBESELL, Die Sammlung des Kardinal Alessandro Farnese. Ein «studio» für Künstler und Gelehrte, Weinheim 1989, p. 64
102. EICHE, On the Dispersal cit., p. 358
103. RONCHI, Nella casa del Bembo cit., p. 425 n. 3
104. Ambr., cod. D. 422 inf., f. 196r (Orsini a Pinelli, Roma, 11 aprile 1586)
105. Sul desiderio del Duca di Baviera di acquistare l'intero gabinetto nel 1578, vd. NOLHAC, Le bibliothèque cit., p. 97
106. Fin quando non saranno condotte più approfondite indagini negli archivi padovani non sapremo mai se i Gardenigo diedero segni di malcontento per il comportamento di Torquato Bembo
107. Il racconto migliore della vendita è in LEOSPO, La Mensa Isiaca cit., pp. 16-20
108. PANFILO PERSICO, Del segretario del sig. P. Persico, Venezia 1620, p. 326, in CIAN, Un medaglione del Rinascimento cit., p. 25 n. 1 (3 marzo 1619)
109. ASF, Urbino, Cl. I, Div. G, Filza 219, c. 103. Sabine Eiche che ha scoperto questo documento ha ragionevolmente sostenuto che il nipote in questione doveva essere Orazio Bembo; EICHE, On the Dispersal cit., p. 359 n. 24
110. Ivi, pp. 356-8
111. MANCINI, Antiquari, «vertuosi» e artisti cit., p. 47, pp. 61-81
112. M. LUPO, I Madruzzo e il collezionismo: spunti di studio attraverso la lettura dei documenti antichi, in I Madruzzo e l'Europa. I principi vescovi di Trento tra Papato e Impero, a cura di L. DAL PRÀ, Milano 1993, p. 346. Le medaglie di Belli per Bembo sono analizzate in RONCHI, Nella casa del Bembo cit., p. 425
113. C.M. BROWN, La Grotta di Isabella d'Este. Un simbolo di continuità dinastica per i duchi di Mantova, Mantova 1985, p. 24, pp. 26-27
114. Vd. IDEM, A Ferrarese Lady and a Mantuan Marchesa: The Art and Antiquities Collections of Isabella d'Este Gonzaga (1474-1539), in C. LAWRENCE (ed.), Women and Art in Early Modern Europe, University Park (PA) 1997, pp. 70-71
115. A. RAVÀ, Il «Camerino delle antigaglie» di Gabriele Vendramin, in «Nuovo archivio veneto», 39 (1920), pp. 155-81
116. J. ANDERSON, A Further Inventory of Gabriel Vendramin's Collection, in «The Burlington Magazine», 121 (1979), pp. 639-48
117. R. LAUBER, Per un ritratto di Gabriele Vendramin. Nuovi contributi, in BOREAN, MASON, Figure di collezionista cit., pp. 25-75
118. ASV, Notarile: Testamenti (notaio Pilloto Vicenzo), b. 772, n. 220, in «Archivalische Beiträge zur Geschichte der Venezianischen Kunst: aus dem Nachlass Gustav Ludwigs», a cura di W. BODE, G. GRONAU, D. FREIHERR VON HADELN, Berlin 1911, p. 73. L'originale è trascritto solo in parte in questa collezione di documenti
119. ANDERSON, A Further Inventory cit., p. 641
120. C.M. BROWN, A.M. LORENZONI, Bishop Gerolamo Garimberto Archaeological Advisor to Guglielmo Gonzaga Duke of Mantua (1570-74), in «Arte Lombarda», 83 (1987), p. 40
121. vd. anche ANDERSON, Further Inventory cit., p. 641 n. 27
122. LAUBER, Per un ritratto di Gabriele Vendramin cit., pp. 58-59
123. VINCENZO SCAMOZZI, L'idea dell'architettura universale, Venezia 1615, p. 305
124. L. OLIVATO, Il testamento di Marco Mantova Benavides, in Marco Mantova Benavides. Il suo museo e la cultura padovana del Cinquecento, Padova 1984, pp. 221-39 (le citazioni sono alle pp. 230-1)
125. Vd. anche L. POLACCO, Il museo di Marco Mantova Benavides e la sua formazione, in Arte in Europa. Scritti di storia dell'arte in onore di Edoardo Arslan, Milano 1966, I, pp. 665-73
126. ASF, Notarile Antecosimiano B2563, f. 142v
127. Cfr. una copia, probabilmente di mano di Giulio Giovio, con leggere varianti in G. BORDOLI, Il testamento di Paolo Giovio, in «Periodico della Società Storia Comense», n.s., 50 (1983), pp. 87-116
128. F. FOSSATI, Il Museo Gioviano e il ritratto di Cristoforo Colombo, in «Periodico della Società Storica Comense», 9 (1892-93), pp. 100-103
129. M. GIANONCELLI, L'antico museo di Paolo Giovio in Borgovico, Como 1977, pp. 47-48
130. Le altre attività di Giovio sono studiate in T.C. PRICE ZIMMERMAN, Paolo Giovio: The Historian and the Crisis of Sixteenth-Century Italy, Princeton 1995
131. C.M. BROWN, A.M. LORENZONI, Our Accustomed Discourse on the Antique: Cesare Gonzaga and Gerolamo Garimberto, Two Renaissance Collectors of Greco-Roman Art, New York 1993, p. 95 (Gerolamo Garimberto a Cesare Gonzaga, 27 giugno 1564)
132. ULISSE ALDROVANDI, Delle statue antiche, che per tutta Roma, in diversi luoghi, e casa si veggono (1549), in LUCIO MAURO, Le antichità della città di Roma, Venezia 1556, pp. 295-310, vedi specialmente p. 299
133. Sfortunatamente non mi è stato possibile consultare il lavoro più recente su questa collezione, di cui sono venuta a conoscenza quando già stavo completando questo saggio: F. CAPANNI, Rodolfo Pio da Carpi (1500-1564). Diplomato, Cardinale, Collezionista, Meldola 2001
134. C. FRANZONI, G. MANCINI, F. PREVIDI, M. ROSSI (a cura di), Gli inventari dell'eredità del cardinale Rodolfo Pio da Carpi, Pisa 2002
135. C. GASPARRI, I marmi antichi di Ferdinando. Modelli e scelte di un grande collezionista, in Villa Medici. Il sogno di un cardinale. Collezioni e artisti di Ferdinando de' Medici, a cura di M. HOCHMAN, Roma 1999, p. 51
136. ARCHIVIO STORICO CAPITOLINO, ROMA, Archivio Urbano, Sezione V, Fideicommissi, vol. 6, n. 91, ff. 339rv. Puô essere utile paragonare la terminologia di questo testamento con il fideicommissum del 1587 di Alessandro Farnese
137. Ivi, ff. 400r-404v. Vd. S. EICHE, On the Layout of the Cesi Palace and Gardens in the Vatican Borgo, in «Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz», 39 (1995), p. 260
138. B. PALMA VENETUCCI, Alcune osservazioni sugli 'uomini illustri' dello studiolo Cesi, in «Bollettino dell'arte», 79 (1993), pp. 49-50
139. Vd. ad esempio C. ACIDINI LUCHINAT, Niccolò Gaddi collezionista e dilettante del Cinquecento, in «Paragone», 359-361 (1980), pp. 141-75
140. In M. PERRY, The Statuario Publico of the Venetian Republic, in «Saggi e memorie di storia dell'arte», 8 (1972), p. 79
141. PASCHINI, Le collezioni archeologiche dei prelati Grimani cit., pp. 167-8
142. La storia di questa istituzione è stata studiata soprattutto da R. GALLO, Le donazioni alla Serenissima di Domenico e Giovanni Grimani, in «Archivio Veneto», 50-51 (1952), pp. 34-77
143. PERRY, The Statuario Publico cit.
144. e I. FAVARETTO, G.L. RAVAGNAN (eds.), Lo Statuario Pubblico della Serenissima. Due secoli di collezionismo di antiquità 1596-1797, Venezia 1997
145. Ambr., ms. H. 2 inf. Molti aspetti sono riprodotti in DE NOLHAC, Les collections d'antiquités cit., passim. In effetti il valore della collezione di Orsini era di 13.100 scudi dal momento che alcuni articoli erano stati contati due volte
146. G. CATIGLIONE, Fulvii Ursini vita, Roma 1657, p. 33
147. BAV, Vat. lat. 4104, f. 203r (Agustín a Orsini, Madrid, 13 giugno 1584)
148. CASTIGLIONE, Fulvii Ursini vita cit., pp. 21-32, passim. Vd. anche DE NOLHAC, La bibliothèque cit., pp. 25-26
149. ASB, Archivio Aldrovandi Marescotti, Instr. 11, n. 4 (10 novembre 1603). La sorte di questo museo dopo la morte di Aldrovandi è studiata in C. SCAPPANI, M.P. TORRICELLI, Lo Studio Aldrovandi in Palazzo Pubblico 1617-1742, a cura di S. TUGNOLI PATTARO, Bologna 1993
150. P.H. JONES, Federico Borromeo and the Ambrosiana: Art Patronage and Reform in Seventeenth Century Milan, Cambridge (U.K.) 1993
151. Storia dell'Ambrosiana. Il Seicento, Milano 1992
152. Storia dell'Ambrosiana. Il Settecento, Milano 2000
153. In G. FULCO, Per il «museo» dei fratelli Della Porta, in Il Rinascimento meridionale. Raccolta di studi pubblicata in onore di Mario Santoro, Napoli 1986, p. 7