Between invisible welfare: immigrant domestic workers and assistance of the elderly;Dentro il welfare invisibile: Aiutanti domiciliari immigrate e assistenza agli anziani

Studi Emigrazione

Volumn 42, Issue 159, 2005, Pages 561-595

  Ambrosini, Maurizio ^a  

^a UNIVERSITY OF GENOA   (Italy)

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ELDERLY CARE; IMMIGRANT POPULATION; MIGRANT WORKER;

EURASIA; EUROPE; ITALY; SOUTHERN EUROPE;

EID: 27744528641     PISSN: 00392936     EISSN: None     Source Type: Journal    
DOI: None     Document Type: Article

References (86)

1. Ambrosini, M., La fatica di integrarsi. Immigrazione e lavoro in Italia. Bologna, Il Mulino, 2001.
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3. Non va peraltro dimenticato che ragioni contributive possono aver spostato una parte degli (delle) aiutanti domiciliari nei ranghi dei collaboratori domestici.
4. Castegnaro, A., La rivoluzione occulta nell'assistenza agli anziani: le aiutanti domiciliari, «Studi Zancan-Politiche e servizi alle personeo», 2, marzo-aprile, 2002, pp. 11-34.
5. A questa improvvisa "illuminazione" dei decisori politici non era peraltro estranea la volontà di alcune componenti della maggioranza di governo di prendere le distanze dall'impostazione restrizionista del disegno di legge noto come Bossi-Fini.
6. Solo in un momento successivo, con un altro provvedimento, la sanatoria è stata estesa anche agli altri lavoratori.
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8. Ehrenreich, B.; Hochschild, A.R. (a cura di), Donne globali, op. cit.
9. Ibidem, p. 10.
10. Kofman, E.; Phizacklea, A.; Raghuram, P.; Sales, E.R., Gender and International Migration in Europe. Employment, welfare and politics. London-New York, Routledge, 2000.
11. Possiamo notare che lo stesso termine "badante", entrato nell'uso, traduce una visione riduttiva e svalorizzante del loro ruolo: prendersi cura, infatti, è ben più del semplice "badare" ad una persona anziana o ammalata.
12. Cfr. per es. Corti, P., Storia delle migrazioni internazionali. Roma-Bari, Laterza, 2003.
13. Stupisce, da un punto di vista italiano, che nella raccolta di saggi curata da Ehrenreich, E.; Hochschild, A.H. (2004) non si parli mai di anziani da assistere, ma semmai di famiglie con bambini e animali; in un solo contributo, si discute di assistenza a persone disabili. Questa impostazione è condivisa da gran parte della letteratura. straniera sull'argomento. Fa eccezione chi, come Parrenas, R.S., Servants of globalization. Women, migration, and domestic work. Stanford (Cal.), Stanford University Press, 2001, ha svolto una parte della sua ricerca in Italia.
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18. Castegnaro, A., La rivoluzione occulta nell'assistenza agli anziani: le aiutanti domiciliari, op. cit., p. 15.
19. Esping-Andersen, G., I fondamenti sociali delle economie postindustriali. Bologna, Il Mulino, 2000.
20. Occorre ricordare che l'Italia ha il più alto tasso nel mondo di persone con oltre 65 anni, che incidono Sul 18, 1% della popolazione. Per contro, dispone del più basso numero di posti-letto in residenze protette per anziani, 20 per ogni 1.000 ultrasessantacinquenni, mentre nessun altro paese industrializzato scende sotto la media dei 60 posti-letto ("Corriere della Sera", 8 gennaio 2002, p. 16). Anche nel caso dell'assistenza domiciliare, l'Italia si colloca all'ultimo posto, con appena l'1% degli anziani assistiti a domicilio, mentre la Germania e la Spagna si attestano Sul 2% e la Francia raggiunge il 7%.
21. Castegnaro, A., La rivoluzione occulta nell'assistenza agh anziani: le aiutanti domiciliari, op. cit., pp. 11-34.
22. Cfr. Tognetti Bordogna, M., Fasi e flussi migratori: le donne come protagoniste, «La Rivista delle Politiche Sociali», 3, luglio-settembre, 2004, pp. 195-216.
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30. Cfr. Zanfrini, L., Sociologia della convivenza interetnica. Roma-Bari Laterza, 2004.
31. Segnalo, senza pretese di completezza alcune ricerche pubblicate negli ultimi anm e svolte in contesti locali diversi: Avola, M.; Cortese, A.; Palidda, R., Risorse, reti e progetti. Percorsi di inserimento nel mercato del lavoro catanese di maurizziani e srylankesi. In: La Rosa, M.; Zanfrini, L. (a cura di), Percorsi migratori tra red etniche, istituzioni e mercato, del lavoro. Milano, Franco Angeli-Ismu, 2003, pp. 25-57;
32. Carchedi F.; Mottura, E.; Pugliese, E. (a cura di), Il lavoro servile e le nuove schiavitù. Milano, F. Angeli, 2003;
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36. Miranda, A., Domestiche straniere e datrici di lavoro autoctone. Un incontro culturale asimmetrico, «Studi Emigrazioneo», XXKIX, 148, 2002, pp. 859-879;
37. Spanò, A.; Zaccaria, A.M., Il mercato delle collaborazioni domestiche a Napoli: il caso delle ucraine e delle polacche. In: La Rosa, M.; Zanfrini, L. (a cura di), Percorsi migratori tra reti etniche, istituzioni e mercato del lavoro, op. cit., 2003, pp. 193-224;
38. Zontini, E., Towards a comparative study of female migrants in Southern Europe: Filipino and Moroccan women in Bologna and Barcelona, «Studi Emigrazione», XXKIX, 145, 2002, pp. 107-135.
39. Cfr. Alemani, C., Le colf: ansie e desideri delle datrici di lavoro, «Polis», XVIII, 1, aprile, 2004, pp. 137-164;
40. Corrias, R., Tra prestazioni di servizio e legami personali. Rapporti di lavoro e processo di regolarizzazione nel settore domesticoassistenziale. In: Caritas Ambrosiana, Uscendo dall'ombra. Il processo di regolarizzazione degli immigrati e i suoi limiti, a cura di M. Ambrosini e M. Salati. Milano, Angeli, 2004, pp. 78-99.
41. A nostra conoscenza, una sola indagine ha studiato contemporaneamente, i due versanti, quella di Gori, C. (a cura di), Il welfare nascosto, op. cit. Non è dato però di cogliere se le interviste a donne immigrate e datori di lavoro si riferiscono al medesimo rapporto, descrivendolo da punti di vista diversi, come nel nostro caso.
42. Cfr. Parreinas, R.S., Servants ofglobalization, op. cit.
43. Ambrosini, M., La fatica di integrarsi, op. cit.;
44. ID., Introduzione. In: Caritas Ambrosiana, Uscendo dall'ombra, op. cit., pp. 11-29.
45. Caritas Ambrosiana, Uscendo dall'ombra, op. cit.
46. È possibile rilevarlo presso alcuni servizi di mensa rivolti alle persone con gravi difficoltà economiche, spesso senza dimora: presso il Centro S. Antonio di Milano nel 2003 tra i "nuovi ascolti", ossia le persone che si sono presentate per la prima volta al servizio, la metà dei casi (541 su 1.080) hanno riguardato donne straniere, appartenenti per lo più alle fasce di età giovanih (19-34 anni) e adulte (35-44 anni), con una graduatoria per nazionalité che ha visto al primo posto l'Ecuador (140 casi), seguito dall'Ucraina (100), dal Perù (88) e da Sri Lanka (54) (Centro S. Antonio, 2004).
47. Parrenas, R.S., Servants of globalization, op. cit.
48. Caritas Ambrosiana, Uscendo dall'ombra, op. cit.
49. Ehrenreich, B.; Hochschild, A.R. (a cura di), Donne globali, op. cit.
50. Carchedi, F.; Mottura, E.; Pugliese, E. (a cura di), Il lavoro servile e le nuove schiavitù, op. cit.
51. Ceschi, S.; Mazzonis, M., Le forme dello sfruttamento servile eparaschiavistico nel mondo del lavoro. In: Carchedi, F.; Mottura, E.; Pugliese, E. (a cura di), Il lavoro servile e le nuove schiavitù, op. cit., pp. 83-124.
52. Si riscontrano casi in cui i datari di lavoro si fanno carico delrospitahtà dei figli ricongiunti (per es.: Favaro, G., Dalla parte dei figli. Il ricongiungimento familiare nell'esperienza dei minori. In: Tognetti Bordogna, M. (a cura di), Ricongiungere la famiglia altrove. Stratggie, percorsi, modelli e forme dei ricongiungimenti familiari. Milano, F. Angeli. 2004, pp. 183-209), ma non possono certo essere considerad la norma.
53. Tognetti Bordogna, M., Fasi e flussi migratori: le donne come protagoniste, op. cit., pp. 208-209.
54. Costa, G., Il lavoro non regolare di cura: quale ruolo nella costruzione di un mercato di servizi alla persona? In: Ranci, C. (a cura di), Il mercato sociale dei servizi alla persona, op. cit., p. 157.
55. Anderson, B., Un lavoro come un altro? La mercifwazione del lavoro domestico. In: Ehrenreich, B.; Hochschild, A.R. (a cura di), Dionne globali, op. cit., pp. 108-117.
56. Scott, R.W., Le organizzazioni (trad. it). Bologna, Il Mulino, 1994.
57. De Filippo, E.; Hamdani, N.; Morniroli, A., Il lavoro servile e le forme di sfruttamento paraschiavistico: il caso di Napoli. In: Carchedi, F.; Mottura, E.; Pugliese, E. (a cura di), Il lavoro servile e le nuove schiavitù, op. cit., pp. 273-304.
58. Ibidem, p. 279.
59. Alemani, C., Le colf: ansie e desideri delle datrici di lavoro, op. cit., pp. 137-164.
60. Cfr. Sarti, R., Noi abbiamo visto tante.città, abbiamo un'altra cultura. Servizio domestico, migrazioni e identità di genere in Italia: uno sguardo di lungo periodo, «Poliso», XVIII, 1, aprile, 2004, pp. 17-46.
61. Caritas Ambrosiana, Uscendo dall'ombra, op. cit.
62. Scrinzi, F., Professioniste della tradizione. Le donne migranti nel mercato del lavoro domestico, «Polis», XVIII, 1, aprile, 2004, pp. 107-136.
63. La ricerca su cui si basa l'articolo di Scrinzi consiste in sei interviste ad operatrici di agenzie di collocamento, nell'ambito di un "lavoro etnografico", e due interviste a colf immigrate.
64. Nello stesso numero di Polis, Alemani, C., Le colf: ansie e desideri delle datrici di lavoro, op. cit., riporta i risultati di una ricerca condotta tra le datrici di lavoro, tra le quali le più benestanti dichiarano di non fidarsi delle agenzie di matrice solidaristica, perché le sospettano, in quanto animate da motivazioni benevole, di inviare persone poco preparate o poco affidabili.
65. Una richiesta, potremmo notare, analoga agli standard vigenti in tanti altri ambienti di lavoro, compresi quelli qualificati: in genere, nel mercato occupazionale l'abito fa il monaco.
66. Vale la pena di rilevare che anche i servizi pubblici per l'impiego forniscono informazioni, orientamento, contatti. Non entrano nel merito delle condizioni di impiego o dei livelli salariali, che sono lasciati alla negoziazione tra le parti. Non risulta per esempio che intraprendano negoziazioni con i datori di lavoro per ottenere benefici salariali per i lavoratori che si rivolgono a loro.
67. Zontini, E., Towards a comparative study of female migrants in Southern Europe, op. cit., pp. 107-135.
68. Parrenas, R.S., Servants of globalization, op. cit.
69. Ibidem, p. 119.
70. Ibidem, p. 149.
71. Parrenas, R.S., Bambini e famiglie transnazionali nella nuova economia globale. Il caso filippino. In: Ehrenreich, B.; Hochschild, A.R. (a cura di), Donne globali, op. cit., pp. 45-58.
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75. A Genova è salito alla ribalta da qualche mese un fenomeno collegato a questi processi: un vivo allarme sociale per le cosiddette "bande" di adolescenti ecuadoriani. Sono i figh delle aiutanti domiciliari assunte negli scorsi anni, arrivati per ricongiungimento in età preadolescenziale, dopo essere stati privati per anni delle cure materne, a volte passando anche attraverso periodi di istituzionalizzazione. Le loro, aggregazioni spontanee in luoghi pubblici, al di là dell'appropriatezza del termine, "bande", sono viste con allarme, come un pericolo sociale. Senza entrare in questa sede in una discussione relativa all'reffettiva rilevanza di comportamenti devianti, va constatata la ricaduta sulla societA ricevente, in termini di difficile integrazione dei figli, dell'impiego delle madri al servizio delle famiglie e degli anziani autoctoni. La cattiva reputazione dei figh si sta peraltro ripercuotendo sulla stessa immagine delle madri, fin qui sostanzialmente ben accolte nelle famiglie, e sui loro destini occupazionali.
76. Bonifazi, C., L'immigrazione straniera in Italia, op. cit., p. 150.
77. Cfr. per es. Pedraza, S., Women and migration: the social consequences of gender, «Annual Review of Sociologp», 17, 1991, pp. 303-325;
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79. Vicarelli, G. (a cura di), Le mani invisibili, op. cit.;
80. Ambrosini, M.: Lodigiani R.; Zandrini, S., L'integrazione subalterna. Peruviani, eritrei e filippini nel mercato del lavoro milanese, «Quaderni ISMU», 3, 1995.
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82. Ibidem, p. 673.
83. Ibidem, pp. 682-683.
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